In occasione del settantesimo anniversario della morte di Alcide De Gasperi, la rivista Formiche dedica una sezione del suo numero 200 al fondatore della Democrazia cristiana e primo Presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana. La visione politica di De Gasperi – tra i Padri nobili della Repubblica e tra i Padri fondatori di quella che poi diverrà l’Unione Europea – ha costituito una bussola per il Paese e per l’Europa intera nel periodo della ricostruzione post-bellica. Il suo impegno per la democrazia, la pace e la solidarietà e la sua prospettiva lungimirante ed ancora attuale costituiscono un’eredità solida e duratura per l’Italia e per le future generazioni.
In questa edizione di Formiche – che si apre con l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – i contributi di Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini, Pierluigi Castagnetti, Paolo Cirino Pomicino, Giovanni Orsina, Agostino Giovagnoli, Francesco Bonini, Lorenzo Ornaghi, Antonio Varsori, Daniela Preda, Riccardo Sessa e Mario Caligiuri.
La rivista cartacea completa di “Formiche” è acquistabile on line e in edicola.
Fede, coraggio e visione
di Angelino Alfano, Presidente Fondazione De Gasperi
A settant’anni dalla sua scomparsa, ricordare Alcide De Gasperi significa onorare l’uomo di Stato che è stato arrestato dai fascisti, ha battuto i comunisti, ha creato il rapporto speciale con gli Stati Uniti d’America, ha dato il primo e decisivo slancio al processo di integrazione europea, ha avviato – e in buona misura realizzato – la ricostruzione del nostro Paese. Ha ottenuto la riammissione dignitosa dell’Italia nel consesso delle nazioni dopo i disastri e le umiliazioni della guerra, ha saputo spiegare al re che doveva prontamente lasciare l’Italia dopo l’esito del referendum del 2 giugno del 1946, è riuscito a dire di no al Papa quando non ne ha condiviso l’indicazione politica, salvaguardando così la laicità dello Stato. Ha avuto la capacità di unire le grandi famiglie politiche del nostro Paese nella straordinaria stagione ricostruttiva del dopoguerra, realizzando tutto questo con la pretesa cristiana di orientare la propria azione al bene comune, in primo luogo la pacificazione nazionale.
Il cristiano, lo statista, il leader politico, il profeta, il costruttore, De Gasperi ha ancora tanto da dire alla politica e alla società di oggi: I suoi ideali sono rimasti vivi e intatti nonostante il trascorrere dei decenni, le sue intuizioni restano valide e attuali, il suo stile andrebbe elevato a paradigma per chi vuol servire la cosa pubblica. Forse per questo gli italiani lo ricordano come il migliore dei servitori della Repubblica e la Chiesa lo ha riconosciuto servo di Dio.