Nella sessione di novembre del 2022, il Parlamento Europeo celebra il 70° anniversario della prima riunione dell’Assemblea Parlamentare della CECA.
La sessione inaugurale si tenne alle ore 18 del 10 settembre 1952. Ad aprire i lavori fu il senatore democristiano Antonio Boggiano Pico, Presidente provvisorio, in quanto parlamentare più anziano dell’Assemblea. Nato nel 1873, allievo di Toniolo, tra i fondatori del Partito Popolare, amico di Sturzo e De Gasperi, tenne un discorso segnato da quella ispirazione europeista che vedeva nella CECA l’«embrione di una più vasta federazione degli stati liberi del vecchio continente», ricordando in particolare il mandato assegnato all’Assemblea (dall’articolo 38 del Trattato istitutivo della Comunità Europea di Difesa, CED) di elaborare modifiche ai trattati per dare alla Comunità dei sei Stati una struttura «federale o confederale fondata sul principio della separazione dei poteri e dotata in particolare di una assemblea eletta su base democratica».
Il giorno seguente l’Assemblea a maggioranza elesse quale Presidente Paul-Henry Spaak; riconfermato Presidente nel 1953, si dimise l’anno seguente per divenire Ministro degli Esteri del governo belga.
L’11 maggio 1954 gli successe Alcide De Gasperi, senza uno scrutinio, ma per acclamazione. Nell’accettare quello che fu il suo ultimo incarico istituzionale, De Gasperi considerò questo il «riconoscimento di una fede profonda, di una convinzione cioè della necessità dell’unione europea e della vitalità delle istituzioni europee», che hanno «bisogno della pressione dell’opinione pubblica, e di questa opinione pubblica interprete solenne e competente» deve essere l’Assemblea Parlamentare.
Secondo De Gasperi, «la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio costituisce il metodo nuovo per garantire un accordo di pace e di collaborazione, con il comune controllo dei mezzi e delle risorse. Ormai questo metodo si imporrà necessariamente in tutti i settori: il controllo reciproco dei mezzi e delle risorse per le forze militare, il controllo reciproco dei mezzi e delle risorse anche quando si voglia risolvere il problema terribile delle forze nucleari». Considerazioni più che mai attuali in questi giorni segnati da un conflitto ai confini dell’Unione, che ripropone anche «il problema terribile delle forze nucleari».
Concludendo il suo breve intervento, De Gasperi osservava che «se in certi momenti dovesse incontrare difficoltà impreviste, non bisogna dimenticare che la Comunità ha una sua ragion d’essere che si aggiunge a quella originaria, cioè essa vive e dovrà vivere per costruire l’esempio del fatto comunitario, delle possibilità comunitarie e delle possibilità di organizzazione della pace».
A chiusura della sessione dei lavori dell’Assemblea, il 12 maggio, De Gasperi volle richiamare con parole più che mai attuali l’importanza della volontà politica nella soluzione dei problemi dell’economia europea:
«Molte questioni che sembravano tecnicamente difficili appaiono nell’esecuzione meno difficili di quanto gli esperti credessero. Già intravvediamo la possibilità tecnica di un’economia comune: non vi sono difficoltà tecniche o di carattere economico insuperabili. Possiamo quindi tornare alle nostre case con la convinzione che quel che decide è la volontà, la volontà è politica».
Queste furono, come ha ricordato la figlia, “le sue ultime parole spese per l’Europa”[1].
De Gasperi moriva due mesi più tardi, il 19 agosto. Alle esequie, che si svolsero a Roma, la delegazione dell’Assemblea rappresentata dai vice Presidenti, dal Presidente del gruppo democristiano e dal Segretario generale, “seguì il corteo funebre, immediatamente dopo la famiglia del defunto e dopo il Presidente del Consiglio Scelba”, così recitano i resoconti ufficiali. La sua morte fu seguita a breve distanza dal voto dell’Assemblea nazionale francese che bloccò la ratifica del Trattato CED per cui De Gasperi si era impegnato fino agli ultimi giorni della sua vita.
Luigi Gianniti
Direttore del Servizio Studi del Senato della Repubblica
Membro del Comitato Scientifico della Fondazione De Gasperi
[1] Maria Romana De Gasperi, in “La nostra patria Europa. Il pensiero europeistico di De Gasperi”, Mondadori, 1969, p. 133.