Di Riccardo Turati, studente del Dottorato in Economia presso l’Université Catholique de Louvain (Belgio).
Estratto:
“I nostri risultati mostrano che chi vuole emigrare dai paesi MENA (Middle East and North Africa) ha norme e valori simili ai paesi OCSE per quanto riguarda l’importanza della religione ed il ruolo della donna nella società: essi sono meno religiosi e hanno una visione liberale sul ruolo della donna, in particolare i giovani.
Da un lato dunque informare l’opinione pubblica a riguardo potrebbe influire positivamente sull’atteggiamento dei cittadini (europei e non) nei confronti dei migranti. Allo stesso tempo questo risultato non deve essere sopravvalutato, in quanto la distanza culturale tra nativi OCSE e potenziali migranti è solamente 9% inferiore alla distanza culturale tra nativi OCSE e la popolazione dei paesi MENA.
Per quanto riguarda i paesi d’origine, se i potenziali migranti (meno religiosi e più aperti sul ruolo della donna) riescono effettivamente ad emigrare, la distribuzione dei valori di questi paesi si potrebbe spostare verso una maggiore religiosità ed una visione più conservatrice del ruolo della donna, in quanto chi emigra porta con sé il proprio bagaglio di valori. Tale processo di selezione culturale degli emigranti potrebbe dunque avere un impatto negativo sulla discriminazione del donna, sul processo di modernizzazione e su altri fattori che possono influenzare la loro crescita economica. Tuttavia il nostro studio mostra che data la percentuale di potenziali migranti verso i paesi OCSE (12% in media) e la ridotta differenza culturale in diversi gruppi della popolazione, i tratti culturali nei paesi d’origini non vengono modificati in maniera sostanziale. Inoltre la presenza di migranti nei paesi OCSE può favorire la trasmissione nei paesi d’origine di norme e valori presenti nei paesi di destinazione, i quali possono avere un’influenza positiva sullo sviluppo dei paesi MENA”.