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14 Luglio 2016

IL SUMMIT DI VARSAVIA

Si è chiuso a Varsavia il vertice NATO svoltosi nelle due giornate dell’8 e del 9 luglio. Accolto tra le proteste di gruppi di pacifisti, è stato l’ultimo del Presidente Obama, il primo dell’era post Brexit ed il più grande per partecipazione che si sia mai riunito.

Un summit che possiamo definire di ”consolidamento”, declinabile sia nella prospettiva dei propositi futuri dell’alleanza, sia in quella dei rapporti all’interno della ”piattaforma NATO”, nell’accezione data dal Segretario Generale Stoltenberg all’indomani del referendum inglese dello scorso 23 giugno.

Molti i temi trattati ed oggetto di dichiarazioni, ecco i principali.

L’Europa

Primo tra gli argomenti affrontati, la ”questione europea” ha animato il dibattito della prima giornata.
Firmando una dichiarazione congiunta, il Segretario Generale della NATO Stoltenberg, il Presidente del Consiglio Europeo Tusk ed il Presidente della Commissione Europea Junker hanno dichiarato la volontà, ”alla luce delle sfide in comune” considerate come ”senza precedenti”, di ”fare un passo avanti” nei loro impegni e nei loro rapporti con “un nuovo livello di ambizione”. Sette le priorità considerate strategiche dal documento:

  1. Migliorare le capacità di affrontare le minacce ibride (minacce capaci di utilizzare mezzi non convenzionali ed in grado di adattare le proprie azioni in base ai propri obiettivi);
  2. Aumentare la cooperazione nelle operazioni marittime e riguardanti il fenomeno dell’immigrazione;
  3. Aumentare la coordinazione in tema di cyber-security;
  4. Sviluppare capacità di difesa efficaci e complementari tra i membri dell’UE e membri della NATO;
  5. Favorire lo sviluppo dell’industria e della ricerca in ambito di difesa;
  6. Aumentare le esercitazioni coordinate (riguardanti anche le ”minacce ibride”);
  7. Aumentare le capacità di difesa e migliorare la resilienza delle infrastrutture civili dei paesi partner dell’est e del sud in base alle singole esigenze.

Una ”decisione storica”, le cui risorse necessarie, sia in termini politici che in termini economici, sembrano essere garantite dai firmatari della stessa e la cui prima azione concreta potrebbe essere il lancio della nuova operazione marittima nel Mediterraneo, nota come ”Sea Guardian”, che lavorerà a stretto contatto con l’operazione ”Sophia”, già messa in atto dall’UE.

Riguardo il tema ”post-Brexit”, già durante l’incontro tra i rappresentati dell’Unione Europea e il Presidente degli Stati Uniti svoltosi prima dell’inizio del Summit, il Primo Ministro Cameron ha concretamente risposto ai dubbi avanzati nei giorni precedenti dall’amministrazione americana uscente sul ruolo futuro del Regno Unito nell’alleanza atlantica, annunciando – oltre alla volontà di mantenere il tetto della spesa militare al di sopra del 2% del PIL – lo schieramento di ulteriori 650 militari sul fronte orientale. Altra notivà è stata l’annuncio del nuovo quartier generale della NATO, che avrà sede a Bruxelles, dove si terrà il vertice del prossimo anno.

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Russia

Proseguendo nella strategia della ”deterrenza e dialogo”, le dichiarazioni del vertice hanno seguito il duplice approccio adottato dall’alleanza:

  • Sul versante della deterrenza è stato approvato il dispiegamento, previsto dal possimo anno, di quattro battaglioni multinazionali composti da mille uomini ciascuno e schierati nell’est Europa, affinché risulti chiaro che “un attacco ad uno di questi paesi sarà considerato un attacco contro tutta la Nato” in piena attuazione dell’art. 5 del Patto Atlantico. Inoltre la messa in funzione delle difese antimissile non sembra essere messa in discussione, nonostante le continue reazioni russe.
  • Sul versante del dialogo sono state fissate dai 5 paesi leader dell’alleanza – USA, Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania – le condizioni affinché le sanzioni economiche verso Mosca possano essere revocate: l’adempimento di tutti gli obblighi previsti dal Protocollo di Minsk siglato nel 2014.

A supporto di questo approccio molti Stati – prima fra tutti la Francia, ma anche Germania ed Italia – hanno preferito riconoscere nella Russia un partner – di certo colpevole nella sua politica estera – piuttosto che una minaccia, invitandosi reciprocamente ad evitare di favorire un nuovo isolazionismo del Cremlino che, a sua volta, ha fatto trapelare segnali di apertura vedendo ”grandi spazi di collaborazione”, a patto che la NATO abbandoni ”l’assurda retorica” sulla minaccia Russa.

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Partenariato

Come normale per il vertice più grande per partecipazione che vi sia mai stato, grande spazio è stato dato ai partner dell’alleanza.

Il ministro degli affari esteri della Georgia ha riaffermato la volontà del suo paese di raggiungere lo status di membro della NATO, definendola come una priorità del proprio paese. Dopo un aggiornamento sulle sfide da affrontare e sui progressi raggiunti, l’alleanza ha guardato con favore agli sviluppi in campo democratico ed economico compiuti dalla Georgia, ribadendo il pieno supporto al mantenimento dell’integrità territoriale e della sovranità del paese ed incoraggiandolo a proseguire nel percorso di riforma. Importante esame sarà quello delle prossime elezioni parlamentari che si terranno ad ottobre, che si aspettano essere compiute nel rispetto dei più alti standard democratici.

Decise le dichiarazioni riguardanti l’Ucraina, paese che ormai dal 2014 detiene con la NATO un rapporto – sia sul piano politico sia su quello strategico – senza precedenti e che non nasconde l’interesse futuro a divenire un membro dell’alleanza. I ”significativi contributi” alle operazioni degli Alleati, basate sulle ”decisioni prese in Galles”, hanno portato l’alleanza ad esaminare i passi necessari ad inserire gli interessi ucraini nei programmi per il partenariato. In questo senso può essere letta la dichiarazione del presidente ucraino Poroshenko, con cui ha istituito una commissione con lo scopo di ”assicurare il coordinamento delle iniziative di integrazione dell’Ucraina nell’area euro-atlantica” al fine di perseguire il percorso di adesione alla NATO nel modo più adeguato possibile.
Deciso il messaggio inviato alla Russia, accusata di aver violato la legge internazionale ”minando la sovranità, il territorio e la sicurezza dell’Ucraina”. Al Cremlino è stato intimato – richiamando la dichiarazione della commissione NATO-Ucraina del summit del 2014 – di cessare ”la sua illegale ed illegittima autodichiarata” annessione della penisola di Crimea, ”che non riconosciamo e non riconosceremo”, mostrando la ferrea volontà dell’alleanza di non retrocedere nel percorso intrapreso.

Il Montenegro, ormai prossimo a divenire il 29° membro firmatario del Patto Atlantico, era presente come osservatore ai lavori del Summit. Verosimilmente, entro l’estate del 2017, tutte le firme degli Stati membri necessarie a perfezionare l’atto di ratifica saranno raccolte, portando così a compimento il processo di adesione.

Tema rilevante oggetto di dichiarazione è stato l’impegno dell’alleanza in Afghanistan. Considerato un partner strategico in grado di favorire la stabilità regionale, l’alleanza ha mostrato la sua determinazione nel voler continuare a favorire il processo di integrazione dei processi democratici all’interno del paese. Durante la seconda giornata, il Segretario Generale Stoltenberg ha annunciato che l’impegno della NATO nella regione sarà prorogato oltre il 2016 e che l’Italia – assieme a Germania e Turchia – assumerà un ruolo guida nell’operazione. Richiesta accolta con favore dal Presidente del Consiglio italiano Renzi, che si è dichiarato soddisfatto dei risultati raggiunti dal Vertice.

In conclusione è stato un vertice che, a fronte di una grande volontà politica desiderosa di affrontare le sfide del tempo presente in maniera decisiva, non ha saputo mettere completamente a tacere le voci riguardanti ”l’assenza di leadership” contestata alla UE che si è potuta peraltro notare nelle diverse opinioni espresse sui rapporti con la Russia.
Summit che però non ha deluso le aspettative e che, in attesa delle prossime elezioni americane, ha saputo sia valorizzare il ruolo futuro della ”piattaforma NATO” come luogo privilegiato di dialogo tra le forze occidentali, sia dare una ferma risposta dal punto di vista militare tramite il netto dispiegamento di forze nei territori orientali, nel Mar Nero, oltre alla prospettiva già accennata sulla previsione di una nuova missione navale nel Mediterraneo.
Interessante, oltre le reazioni degli altri attori principali della scena mondiale, sarà vedere come proseguiranno i rapporti tra i firmatari delle varie dichiarazioni politiche nei prossimi mesi e se, a queste, sarà dato seguito concreto o meno.

Valerio Gentili


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