Paper e introduzione di Matteo Radice*
Sin dai primi anni del suo processo interno di integrazione regionale, l’Unione Europea ha cercato di promuovere un regionalismo di stampo comunitario nelle varie aree del mondo in via di sviluppo per le quali gli stati europei hanno sempre nutrito forti interessi commerciali. Tra queste, quella che ha saputo ricalcare al meglio un percorso di integrazione regionale simile a quello europeo è il Sud America. Dalle istituzioni più antiche, come il MERCOSUR, fino alle forme di integrazione regionale più recenti, come la CELAC, i paesi sudamericani hanno sempre cercato un dialogo che andasse ben oltre i meri aspetti commerciali, abbracciando un progetto di più ampio respiro: dalla tutela dei diritti umani, alla lotta al narcotraffico, passando per la tutela dell’ambiente.
Negli ultimi anni, tuttavia, il dibattito sulle relazioni tra Unione Europea e gli Stati Latino Americani in merito ad uno sviluppo del regionalismo, pur non avendo subito sostanziali cambiamenti sul piano dei programmi congiunti di sviluppo, sembrava aver subito un rallentamento; ma ora, grazie anche ai recenti cambiamenti politici che stanno progressivamente riportando la classe dirigente sudamericana su un piano potenzialmente più vicino ai partner atlantici, per l’Unione Europea si potrebbero riaprire opportunità interessanti per riprendere un discorso fermo al Vertice UE-CELAC di Madrid di un anno fa.
Ma se dall’emisfero Sud arrivano segnali incoraggianti, a rischiare di trovarsi impreparata a promuovere il processo di integrazione in America Latina è proprio l’Unione Europea che, tra lo stallo politico in Spagna, il pericolo Brexit e l’emergenza nel Mediterraneo, vede il suo soft power notevolmente depotenziato. Per non perdere l’iniziativa diplomatica in Sud America, Bruxelles non deve assolutamente vanificare gli sforzi fatti in questi 20 anni di promozione del regionalismo, ma anzi deve ripercorrere quel percorso.
Matteo Radice è studente del Master in European Union Studies alla Universidad Católica San Antonio de Murcia.